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domenica 31 maggio 2009

L'addio a metà di Pavel Nedved:
"Grazie Juve, scelgo un altro futuro"



Il centrocampista ceco saluta i bianconeri, ma non il calcio: altrove offrono di più

Dice addio a metà, Pavel Nedved, e per uno che negli ultimi cinque anni aveva fissato la propria scadenza altrettante volte, è già un bel salto: lascia la Juve, oggi contro la Lazio dopo otto stagioni e 327 partite, non il calcio, forse. Giura, Pavel, che la storia non si tronca per «ragioni economiche», ma è pur vero che venerdì sera e ancora ieri mattina ha parlato con la Juve, insieme al suo procuratore Mino Raiola: che, invece, delle ragioni economiche ne ha fatto un mestiere. Lui pilotò le ultime due ruvide trattative con i bianconeri, e quelle di Ibra, altro suo assistito, arrivando sul piede di guerra fino alla notte prima del ritiro, nel 2007, pure dicendo cose quasi opposte a Nedved. Che, però, s’è sempre fidato: «Mino fa solo il suo lavoro, e lo fa bene».

Ecco l’addio di Pavel alla maglia, allora: «Dopo otto stagioni con la Juventus è arrivato il momento di salutare tutti i tifosi, i compagni e la società e ringraziarli per il sostegno ricevuto in questi anni. Alla Juventus continuerò a sentirmi legato da un rapporto di grande affetto e sono particolarmente grato alla famiglia Agnelli per avermi dato l’opportunità di giocare in questa grande squadra». E il corollario di Raiola: «Penso che Pavel abbia ancora voglia di giocare, da lunedì vedremo il suo futuro». Nedved aveva già annunciato l’addio a febbraio («A fine stagione smetto, stavolta è sul serio»), salvo poi ripensarci. Ne ha parlato con la Juve, disposta a fargli un altro anno di contratto, ovviamente ad altre cifre rispetto al passato; o, in caso di addio, a spalancargli un futuro nello staff tecnico bianconero o nelle giovanili. Niente da fare, è stata la risposta, dopo una notte di pensieri.

Finisce qui, per adesso, dopo due scudetti con Lippi, e in mezzo il Pallone d’oro del 2003, altri due titoli con Capello, seppur confiscati da Calciopoli, e una Champions sempre sfuggita, la «coppa dalle grandi orecchie» che è il suo grande rimpianto. La Juve non può che ringraziarlo: «Un giocatore che ha scritto pagine memorabili della storia di questa squadra» e «dimostrando un attaccamento alla maglia e una dedizione che rimarranno indelebili nella memoria di tutti gli juventini». Si potranno incontrare di nuovo, è l’auspicio del club: «La società augura a Pavel Nedved un futuro altrettanto vincente, nella speranza di continuare insieme un cammino professionale, in cui il suo carisma e la sua esperienza possano regalare a lui e alla Juve ulteriori soddisfazioni». In fondo, non si può mai dire addio, con Pavel.
(di Massimiliano Nerozzi da lastampa.it)

3 commenti:

Real Mimmo ha detto...

Dopo otto stagioni con la Juventus è arrivato il momento di salutare il grande Pavel
- FURIA CECA -

A Torino ho vinto 4 scudetti e un Pallone d¨Oro.

GRAZIE PAVEL!

:-(

Anonimo ha detto...

NO... Questa non la digerisco proprio. Quali sono i motivi che hanno indotto Pavel ad abbandonare? Forse una società non all'altezza? Già proprio così... ci manca solo che come allenatore il nostro dirigente "interista" Blanc faccia assumere l'ex interista suo omonimo... e magari che Moratti diventi nostro presidente!

Seba Veron ha detto...

Dopo quello che ha fatto a Figo il 4 novembre 2007 magari può diventare ancora più idolo per gli juventini ma non diciamo che abbandona un grande sportivo:è uno zingaro.