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martedì 30 giugno 2009

Prima deposizione Moggi


Oggi tocca a Luciano Moggi. Per la prima volta l'ex dg della Juve e' in aula nel processo di Calciopoli per lo scandalo scoppiato nel 2006. A gennaio 2009 iniziarono gli interrogatori. Moggi e' indagato per associazione a delinquere e frode sportiva, in seguito alle intercettazioni. In proposito dice: 'Eravamo pedinati,al processo Telecom sta venendo fuori'.

NAPOLI, 30 giugno - Per la prima volta dall'inizio del processo di Calciopoli l'ex dg della Juve, Luciano Moggi, si è presentato nell'aula della nona sezione del Tribunale di Napoli dove sono in corso gli interrogatori dei testimoni. Moggi si è trattenuto brevemente con i giornalisti all'uscita dall'aula. «Al posto dei campi di calcio ora frequento le aule di Tribunale», ha ironizzato.

«ERAVAMO PEDINATI» - E ha aggiunto, a proposito del processo sulle intercettazioni illecite in corso a Milano, Moggi: «Eravamo pedinati, al processo Telecom di Milano sta venendo fuori: ci seguivano». Soffermandosi sulla questione delle schede sim estere che secondo l'accusa avrebbe fornito ad arbitri e designatori, ha detto: «Pensate che se un arbitro fosse un mio associato ci sarebbe bisogno di telefonargli cinque volte? Andrei negli spogliatoi e gli darei una pacca sulle spalle».

SE L'INTER... - Moggi ha poi risposto alle domande dei giornalisti relative ad un passaggio della deposizione di Teodosio De Cillis, titolare del negozio di Chiasso, in Svizzera, dove sarebbero state vendute le schede estere contestate a Moggi. De Cillis aveva affermato, tra l'altro, che nel suo negozio si rifornivano per acquisti di telefonini e altro materiale elettronico come videocamere anche diversi giocatori e dirigenti di società di calcio ed ha citato il nome di Marco Branca, direttore tecnico dell'Inter. «Se l'Inter si serviva di quel negozio - ha commentato Moggi - ed a Tavaroli (ex responsabile sicurezza Telecom, n.d.r.) sono state sequestrate due schede svizzere: se uno più uno fa due vediamo poi se fa tre...».

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