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lunedì 4 luglio 2011

Lo scudetto 2006 non c’è più

Lo scudetto 2006 non c’è più


Giallo sull’atto che assegnò il tricolore. E la Figc rischia il commissariamento

ROMA, 4 luglio - Nel giorno in cui il procuratore Palazzi aprirà la sua cassaforte per consegnare agli in­teressati le pagine della sua relazione di archi­viazione della vicenda Calciopoli 2, la Figc è nel caos. Ed è alto il rischio di commissariamento ­a quel punto con Abete commissario - se non fosse raggiunto il numero legale nella seduta del 18 luglio, quando il presidente federale vuo­le chiudere con una decisione la questione scu­detto 2006. Il fatto è che è tutto un prendere di distanze, tutta una teoria lunga lunga di distin­guo e possibili - quasi vantati - conflitti di inte­resse. Intere componenti federali sono pronte all’astensione (calciatori, forse Lega di A). Ci­tando la seguitissima (a via Allegri, ma anche a Milano) Caterina Caselli, si canticchia: nessuno lo può giudicare, Moratti, nemmeno io.

NON ATTO - Il fatto è che la questione scudetto sta aprendo squarci impensati, imprevisti (per cattiva preveggenza) in seno al suo cuore pul­sante: il fatto stesso che il presidente Abete ab­bia comunicato ai consiglieri federali di essere proprio loro - l’organo di governo - gli Investiti della decisione sulla possibile cancellazione (non chiamiamola revoca, atto giudiziale e non am­ministrativo) sta generando continui distinguo. I consiglieri non vogliono prendersi questa re­sponsabilità (non tutti, a dire il vero, c’è chi vuo­le dare battaglia per decidere come vuole Abe­te): c’è da capirli se anche oggi, a distanza di cin­que anni, anche quelli che contribuirono alla scelta - i Rossi’s Boys - parlano di non atto, co­munque ricorribile. Eh sì, perché quella che pa­reva una provocazione di Tuttosport, era - in realtà - il panorama: non esiste alcun comuni­cato ufficiale di assegnazione, mentre c’è un co­municato stampa anonimo (chi lo firmò, chi lo autorizzò) del 26 luglio in cui si dava conto del­la comunicazione all’Uefa. E la mancanza del­l’atto formale - ma in Figc dicono di no, citando precedenti impugnazioni -, quando mai si finis­se al Tar quale sarebbe la materia del conten­dere. Certo non il triangolino di stoffa apposto nel 2006 sulla maglia nerazzurra, né l’albo d’o­ro presente in Lega a via Rosellini.

AIUTINO TARDIVO - Non stupisca, per tutto questo annunciare che il consiglio non ha gli strumenti (non abbiamo ascoltato le telefonate, non siamo un organo giudicante etc. etc.), che si torni a parlare di sostegno interno/esterno di qualche saggio: fosse anche solo la Corte di Giu­stizia o gli stessi amministrativisti della Figc. Abete aveva annunciato che il consiglio non ave­va bisogno di stampelle; noi avevamo parlato di saggi. Per capire se ha ragione l’Inter che parla nella sua memoria (il club rende noto a targhe alterne l’interessante documento, di cui darem­mo volentieri la pubblicità che merita) di im­possibilità di revocare lo scudetto, perché la re­voca è figlia di una sentenza, la più pesante, prevista dall’ordinamento. Il problema, però, se­condo altri è che la decisione che la Figc deve prendere è totalmente amministrativa e politi­ca: deve, nel caso che la relazione sui fatti inte­risti evidenziasse comportamenti «poco limpi­di », semplicemente rimuovere gli effetti di un vi­zio costitutivo del “non atto” del 2006. Ci hanno detto, con la prescrizione (ma qui sotto trovate ragioni in opposizione), che allora non si poteva sospettare alcunché e che nessun ostacolo si frapponeva all’assegnazione: oggi quel vizio po­trebbe essere reso noto agli interessati da Palaz­zi. E il vizio va rimosso: senza affermare colpe­volezze che solo un giusto processo sportivo po­trebbe definire, non certo il pur eventuale defe­rimento. In ogni caso va rimarcato come il caso sia deflagrato ad aprile 2010, il ricorso Juventus sia stato notificato nel maggio 2010: da allora a oggi, qualche consiglio tecnico su come atteg­giarsi in caso di soluzione giudiziaria come quel­la ampiamente prevista da tutti lo si poteva chiedere per tempo. Senza far rischiare ora nuo­vi slittamenti o addirittura il commissariamen­to per incapacità funzionale del governo del cal­cio a risolvere una questione.

PRESCRIZIONE - Sarebbe interessante anche ascoltare per la prima volta da quando Calcio­poli 2 è scoppiata qualcuno degli “archiviati per prescrizione” che alla prescrizione rinuncia: vi­sto che siamo in fase innovativa del diritto, con un titolo assegnato e mai comunicato, una pre­scrizione di massa mai verificata etc. etc.
Alvaro Moretti da tuttosport.com

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