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sabato 27 agosto 2011

SCIOPERO DEI CALCIATORI IN SERIE A

Ora è ufficiale: slitta
la prima giornata di Serie A


Ora è ufficiale: slitta la prima giornata di Serie A
La Lega Calcio dice no all'ultima proposta dell'Aic. Abete: «A rischio anche le altre giornate»

Ora è ufficiale: slitta la prima giornata di Serie A

ROMA, 26 agosto - La Lega di serie A dice no alla proposta di contratto ponte avanzata dal presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi, per scongiurare lo sciopero nella prima giornata di campionato. Il presidente Beretta lo sta comunicando a quelllo della Figc, Giancarlo Abete, ed a Tommasi. "Non si capisce perchè - dice all'ANSA Beretta - dovremmo firmare un accordo ponte che ricalca quello ipotizzato all'origine della vertenza da Campana". "D'altra parte - prosegue Beretta al telefono con l'ANSA - la nostra assemblea è stata chiara: noi possiamo siglare un accordo solo se contiene i due punti in discussione, quello sul contributo di solidarietà e quello sugli allenamenti dei fuori rosa".

TOMMASI: "NON SCENDIAMO IN CAMPO"
- "L'assocalciatori prende atto della risposta negativa della Lega alla sua ultima proposta, e conferma pertanto l'intenzione di non scendere in campo per la prima giornata di campionato": è il comunicato ufficiale dell'Aic, che proclama lo sciopero. "Abbiamo fatto di tutto, ma Lega dice no a prescindere". "L'Aic, preso atto della mancata sottoscrizione dell'Accordo Collettivo da parte della LNPA, comunica - dichiara Tommasi in un comunicato diffuso dell'associazione - che i calciatori di Serie A non scenderanno in campo in occasione delle gare programmate per la prima giornata di andata del campionato 2011-2012 nei giorni di sabato 27 e domenica 28 agosto 2011. A nulla è valsa l'ulteriore proposta avanzata in data odierna dai calciatori in ordine alla sottoscrizione del Contratto Collettivo nel testo concordato tra delegazioni e certificato dalla Figc nel mese di dicembre 2010, pur con validità limitata alla sola stagione sportiva in corso". L'ultima proposta, sottolinea l'Aic, "avrebbe concesso alle parti la possibilità di un'immensa riapertura della piattaforma contrattuale, nell'ambito della quale poter vagliare le nuove richieste avanzate solo in questi giorni dai presidenti di serie A, in un ambiente più sereno e con tempistiche confacenti alle recenti istanze sollevate". "L'Aic - conclude Tommasi - confida ad ogni modo nelle possibilità di veder sottoscritto l'Accordo Collettivo anche dai presidenti di serie A, nel rispetto degli impegni precedentemente assunti, permettendo così la regolare ripresa del campionato".

TOMMASI: "CI VORRANNO MESI" - "Per quanto ci riguarda non possiamo rimproverarci nulla, è la Lega che ha cercato la rottura, c'è chi va da una parte chi da un'altra. E ora 15 giorni potrebbero non bastare, l'impressione è che ci vorranno mesi". Il rischio di un blocco ad oltranza del campionato dunque c'è e oltre al presidente federale Giancarlo Abete anche Damiano Tommasi non fa nulla per nascoderlo. Il presidente del sindacato dei calciatori ha cercato fino all'ultimo di evitare che saltasse la prima di campionato e anche per questo ha lasciato presto il tavolo degli ospiti per stare fisso al telefono a caccia di una mediazione durante la tradizionale cerimonia a Coverciano per il primo raduno stagionale degli arbitri. "Purtroppo però la Lega ha detto no davanti al nostro ultimo passo - ha sospirato Tommasi - il che conferma che questo stop non è dipeso da noi. Fino all'ultimo ho cercato di far giocare ma non ci sono riuscito, la proposta avanzata stamani avrebbe potuto risolvere la questione, figurarsi che mi sono preso anche dei rimbrotti da qualche collega. Ma alla fine è prevalsa la linea del no a prescidere. Basti pensare che la Lega ci ha chiesto di mandare due righe per annunciare lo sciopero, non per arrivare ad un'intesa". È deluso e amareggiato, l'ex centrocampista della Roma e della nazionale: "Evidentemente il sistema calcio ha al suo interno una componente che fatica ad essere propositiva e costruttiva, quindi c'è il rischio di una paralisi. Spero non ci trascinino tutti. Ora è difficile trovare una controparte. Sono rammaricato, non volevamo tutto questo ma se la Lega dice no a prescindere non possiamo fare altro". Tommasi ha fatto capire che al suo interno la categoria dei calciatori è compatta: "Ho parlato con tutte le squadre, la linea comune è che non si può scendere in campo senza la firma sull'accordo collettivo, di qui la decisione di fermarci". Già, ma ora qualcosa andrà fatto: "Ci confronteremo ancora, ovvio che prima di tutto bisogna arrivare a questo accordo anche se probabilmente non interessa a tutti riuscirci. E dire - ha aggiunto Tommasi - che come accade in Spagna pure noi ci stiamo battendo per assicurare uno spettacolo migliore. Capiamo l'amarezza generale ma quanto stiamo facendo è anche per non trovarci fra qualche mese a gestire una situazione ancora più complicata. Ai calciatori dispiace tutto questo però non è un capriccio nè una questione economica, dietro c'è un problema reale, oggettivo".

ABETE
- La Federcalcio rinvia la prima giornata di serie A, in programma domani e domenica: lo ha ufficializzato il presidente federale Giancarlo Abete, esprimendo tutta la sua "amarezza". "L'Aic ha confermato l'intenzione di non scendere in campo in mancanza della firma sull'accordo collettivo - ha detto a Coverciano - e io ho interpretato di conseguenza la delega avuta dal consiglio federale all'unanimità per rinviare la prima giornata". "L'ipotesi di uno sciopero a oltranza è uno dei problemi che si pone": lo ha detto il presidente della Federcalcio. "Permane il rischio pensando alle gare successive", ha aggiunto da Coverciano Abete. "C'è tanta amarezza perchè c'erano tutte le condizioni perchè questo sciopero non avvenisse. È una cosa che appare incomprensibile considerando le problematiche al centro della discussione". Così Giancarlo Abete sullo stop al campionato di A. "Una cosa è certa, bisogna subito attivarsi - ha continuato Abete - e fare come in Spagna cercando di limitare la protesta ad una sola giornata di campionato. È vero che c'è la sosta per la Nazionale, ma non è che ci sia così tanto tempo visto che c'eravamo lasciati il 7 dicembre scorso con un accordo definito. Per uscire da questo contenzioso potrebbe non bastare qualche giorno in più. Bisogna lavorare subito a una soluzione".

BERETTA - "Non ci sono state spaccature all'interno della Lega. Sono tutte fantasie". Il presidente della Lega di serie A risponde così, ai microfoni di Sky Sport 24, a chi gli chiede se c'era qualche presidente di club favorevole alla proposta di contratto ponte formulata oggi dall'Aic. "Accettare la proposta - spiega - voleva dire un passo indietro e annullare il lavoro di questi mesi. Oltretutto la proposta non era nemmeno possibile prenderla in considerazione. L'assemblea di Lega ha infatti stabilito la firma dell'accordo subordinata al contributo di solidarietà e gli allenamenti separati, per fare altrimenti ci sarebbe bisogno di un altro voto in assemblea". Per Beretta la responsabilità dello sciopero, e di quello che definisce "un inutile manifestazione muscolare", "è esclusivamente di una parte, quella che ha deciso di scioperare. Chi dice che avremmo potuto confrontarci senza fermare campionato mi trova totalmente d'accordo. Quella dell'Aic è una proposta per farsi dire no. Non si scende in campo per la pretesa di allenarsi tutti insieme e per non aver accettato di pagare il contributo di solidarietà. Nulla impedirebbe di andare avanti a confrontarsi senza questo assurdo ricorso allo sciopero. L'Aic ha impostato il confronto sempre con l'arma carica dello sciopero, l'ha fatto anche l'anno scorso. È un modo inaccettabile che porta a questi disastri. C'è una forte spinta di grandissima maggioranza dei presidenti di serie A a fare innovazione indispensabili per sostenibilità a medio termine del calcio italiano. L'Aic farebbe bene interrogarsi su come lavorare al meglio per evitare che in futuro il calcio italiano non corra rischi".

ALBERTINI - "Prendo atto del voto dell'ultima assemblea di Lega, 18 contro 2 per il no all'accordo. Ma prendo atto anche di dichiarazioni spontanee di diversi presidenti, in disaccordo con questa linea. Si chiariscano allora all'interno, chi la pensa diversamente parli in assemblea di Lega": è l'invito lanciato dal vicepresidente della Federcalcio, Demetrio Albertini, ai dirigenti dei club di A "C'è un'altra cosa da chiarire - spiega all'ANSA Albertini - La proposta di un contratto ponte non era stata formulata per farsi dire no, come dice Beretta: era un'apertura, l'Aic ha fatto un passo indietro per giocare, perché poi avremmo rimesso tutto in discussione". Quanto al contributo di solidarietà, conclude, "nessun giocatore ha dichiarato che non pagherà: noi non sappiamo che tipo di contratto i singoli club hanno stipulato con ogni giocatore, ma i calciatori hanno sempre rispettato la legge e la rispetteranno, non sono inadempienti rispetto ai loro doveri fiscali". Infine, i motivi della rottura. "Da ieri, la Lega non chiedeva all'Aic cosa intendeva fare di fronte alle proposte della sua assemblea, ma se formalizzava con due righe ufficiali uno sciopero che era stato annunciato da giorni, con la firma di tutti i capitani di serie A".

MORATTI - "Lo sciopero dei calciatori? Peccato, è un errore". Lo ha detto il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, intercettato dai giornalisti sotto la sede della Saras. Il numero uno interista non ha poi voluto commentare l'attuale situazione di mercato della sua squadra.

GHIRARDI - "Beretta convochi un'assemblea di Lega lunedì o martedì, l'Aic venga a spiegarci cosa intende per accordo ponte": è la proposta del presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, dopo il rinvio della prima giornata di serie A. "La proposta di un accordo ponte andava anche bene, ma non c'era tempo per discuterla - aggiunge all'Ansa, raccogliendo l'invito di Calderoli a fare un passo indietro - Lo sciopero è dei calciatori, non nostro, ed è intollerabile che non si giochi: si poteva scendere in campo e convocare un'assemblea".

DE LAURENTIIS - "Si è arrivati a questa decisione perchè non si è parlato a sufficienza. Non ho mai messo bocca su questo contratto. Se lo avessi fatto, dal punto di vista della cultura contrattualista, non lo avrei mai approvato". Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis durante la conferenza stampa a Napoli. "Però, per non fare il bastian contrario, quando si scelgono delle persone per costruire qualcosa si cerca di trovare una conclusione. Questa estate ho conosciuto Tommasi e Grazioli, con loro ho fatto una lunga riunione: siamo stati tre ore a parlare. Il calciatore è contemporaneamente sia un dipendente che un'azienda. Per questo ho proposto un contratto nuovo, dove da un lato parliamo delle prestazioni e dall'altra dei diritti d'immagine. Io comunque non capisco perchè una società non possa fare gli allenamenti differenziati. Ciò che cerco di far capire ad Abete che nessuno può fare quello che vuole con i soldi degli altri. Bisogna essere uniti per uno scopo comune: fare il bene del calcio. Io vorrei parlare anche con la Federazione. Io insisto nel discorso del calcio femminile".

ULIVIERI - "Questo è uno sciopero voluto dalle società". Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori, commenta così il rinvio del campionato. "Ho seguito tutta la trattativa e ribadisco la mia opinione. Come se ne esce da questa situazione? Solamente con il campo verde, nel senso che bisogna far tornare a giocare i calciatori. I problemi si posso sempre risolvere".

RIVERA - "Lo sciopero è abbastanza incomprensibile, soprattutto se le motivazioni sono quelle che sono state comunicate, mi sembra davvero troppo poco. È chiaro che, parlando di accordi collettivi e di contratti, bisognava poi capire sul piano materiale cosa poteva comportare per i calciatori giocare senza un contratto che li garantisse". Lo ha detto Gianni Rivera quest'oggi ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. "Notiamo cosa avviene nel nostro Paese e non c'è da meravigliarsi che tutto sia in discussione - ha ripreso l'ex giocatore - da quando il dio danaro ha iniziato ad impossessarsi della vita quotidiana di tutti noi la situazione è peggiorata. È un fatto che tutti riconoscono ma, alla fine, nessuno fa un passo indietro. Ma va aggiunto: senza contratto e senza accordo, se un calciatore si fosse fatto male cosa sarebbe successo? Continuo comunque a sostenere che incomprensibile la motivazione che ha spinto i calciatori a fare questa scelta. Forse ci sono altre motivazioni dietro, guerre personali o di categoria. Ma ho l'impressione che andando avanti così possa avere il sopravvento quella categoria di persone che sono nel mondo del calcio ma che del calcio non sono molto interessate".

CALDEROLI - "Credo che stavolta i presidenti farebbero bene ad accogliere la richiesta dei calciatori e a far partire il campionato. Se il problema è il contributo di solidarietà lo risolviamo noi per legge". Così Roberto Calderoli, interpellato telefonicamente dall'ANSA, interviene sull'ipotesi che la prima giornata del campionato di serie A salti. "Visto che oggi i calciatori sembrano fare un po' meno capricci - spiega Calderoli - non è il caso che i capricci inizino a farli i presidenti delle società perché a rimetterci sono sempre e solo i tifosi ovvero quelli che mantengono questo circo miliardario". "Tutto quello che le società chiedono ai giocatori in merito alla Manovra è stato messo per legge nell'emendamento della Lega - conclude - Mi spiego meglio: i calciatori non solo dovranno pagare il contributo di solidarietà ma questo non potrà ricadere sotto nessuna forma sulle società".

TIFOSI ATALANTA -
Lo sciopero dei calciatori non è piaciuto ai tifosi dell'Atalanta. Sul muro di cinta del centro sportivo di Zingonia sono comparse le scritte: "Sciopero vergognoso" e "Voi in villa a scioperare, noi in cantiere a lavorare". Gianpaolo Bellini in conferenza stampa ha spiegato che lo sciopero è una «sconfitta per tutti». Il difensore ha ammesso un certo imbarazzo, ma ha sottolineato: «Siamo molto arrabbiati per le accuse pesanti rivolte ai giocatori: si tratta di disinformazione e luoghi comuni che ci danneggiano». «La questione non è economica - ha aggiunto -, noi non abbiamo mai detto che non vogliamo pagare la tassa di solidarietà. A noi interessa invece l'articolo 7 che riguarda il trattamento dignitoso per i giocatori. Siamo stanchi delle promesse. Abbiamo fatto di tutto per evitare questo sciopero, ma non è servito».

DATA DA DESTINARSI
- "A seguito dello sciopero dei calciatori per la mancata sottoscrizione dell'Accordo Collettivo LNP Serie A-AIC, la prima giornata del Campionato di Serie A, stagione sportiva 2011-2012, è rinviata ad una data successiva, che sarà fissata dalla LNP Serie A": è il breve comunicato con il quale la Federcalcio ufficializza il rinvio del campionato.
(da tuttosport.com)

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