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giovedì 7 giugno 2012

ORA ANCHE L'INTER E' INDAGATA

Tavaroli: Tronchetti non chiese dossier sui Ds
Moratti voleva indagare sull'arbitro De Santis

L'ex numero uno della Security Telecom ai tempi di Marco Tronchetti Provera torna in aula come testimone. E parla dello spionaggio informatico alla Rcs, dei dossier chiesti dall'Inter sulle combine di Calciopoli e dei rapporti sui Democratici di sinistra

MILANO - Torna a parlare nell'aula del processo sui dossier illegali, come testimone imputato di un procedimento connesso, Giuliano Tavaroli, il fulcro della vicenda che vide come protagonista l'intera security Telecom, quando l'azienda di Tlc era sotto il controllo della Pirelli di Marco Tronchetti Provera. Una versione dei fatti, che non smentisce quanto affermato in precedenza, ma che risulta più morbida rispetto alle sue versioni precedenti. Tavaroli che per la vicenda ha patteggiato 4 anni, è stato sentito per tutto il giorno nell'aula-bunker di San Vittore

Lo spionaggio ai danni di Mucchetti. L'ex ad di Telecom Carlo Buora e l'allora direttore amministrativo Claudio De Conto, ha detto oggi Tavaroli, chiesero di indagare sulla fuga di notizie interne all'azienda e poi pubblicate sulla stampa. E' in sostanza la genesi dello spionaggio ai danni del giornalista del Corriere della Sera Massimo Mucchetti e dell'ex sindaco di Telecom Rosalba Casiraghi. Gli avvocati di Mucchetti hanno chiesto a Tavaroli di spiegare la genesi del dossier sul giornalista."Un venerdì sera sono stato convocato in via Negri (uffici della presidenza di Telecom) dove mi fecero vedere un articolo del Mondo che ipotizzava la cessione del gruppo Pirelli Cavi - sostiene Tavaroli - questo anticipava decisioni che erano in corso, estremamente riservate, di cui i manager potevano essere chiamati a rispondere alla Consob. Mi chiesero di analizzare eventuali rapporti e fughe di notizie che potessero essere andati verso la stampa. Nei giorni successivi venne fatta una riunione in cui si ragionò del Corriere e delle fughe di notizie. Venne chiesto di iniziare a capire le attività che ruotavano intorno ai giornalisti. Anche Carlo Buora - sottolinea Tavaroli - mostrò grande determinazione nel dire: voi della sicurezza dovete capire da dove escono queste informazioni e come vengono trasferite all'esterno, trovate il sistema di capire chi, come e quando". L'incursione nei computer di Rcs, dice Tavaroli, fu "una stupidaggine sesquipedale di cui mi prendo la responsabilità. Nessuno ha detto mai a Ghioni di entrare nei computer di Rcs. Purtroppo è successo, ma i dati he vennero prelevati non furono mai divulgati a nessuno". Da qui i due dossier commissionati all'investigatore Marco Bernardini chiamati 'Mucca pazza' e 'Clarabella'. Tavaroli ha pero affermato che né lui né il management sapevano la modalità con cui vennero commissionati.

"Tronchetti non mi chiese di indagare sui Ds". "Tronchetti non mi diede mai nessun incarico d'indagare su alcun partito italiano, estero o extraplanetario". A dirlo è sempre Tavaroli rispondendo alle domande dell'avvocato dei Ds, Tavaroli ha negato che l'allora presidente di Telecom gli commissionò uno spionaggio sui Ds, in relazione all'Oak fund (il 'fondo quercia') che, stando a un dossier realizzato dall'investigatore privato Emanuele Cipriani, portava al partito di Massimo D'Alema. "Il dossier fu chiesto da Buora e Tronchetti - spiega Tavaroli - perché esistevano rumors e sospetti che dietro il fondo ci fossero manager di Telecom e Pirelli". "L'operazione andò avanti a lungo - aggiunge Tavaroli - solo all'ultima pagina dell'ultimo rapporto mi resi conto che riguardava un partito italiano". Nell'udienza di mercoledì prossimo, è prevista la testimonianza di Tronchetti Provera, dell'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti e dell'ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli.

Moratti voleva un dossier sull'arbitro De Santis. Massimo Moratti commissionò a Giuliano Tavaroli, l'ex capo della security di Telecom e Pirelli la pratica 'Ladroni', quella che riguarda in particolare l'ex arbitro De Santis. Tavaroli, testimone-imputato di reato connesso, all' avvocato di De Santis, parte civile nel processo, che gli ha domandato da chi fosse stato contattato per il dossier intitolato 'Ladroni', ha risposto "da Moratti" aggiungendo che era "per l'Inter". Inoltre ha precisato di aver preso contatti con l'allora dirigente neroazzurro Giacinto Facchetti per i termini organizzativi dell'operazione. E quando il legale ha chiesto se dunque l'input provenisse da Moratti, Tavaroli ha confermato con un "sì". Come risulta agli atti dell'inchiesta, il dossier che riguardava De Santis e altre quattro persone, tra cui l'ex direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fabiani e il guardalinee Enrico Cennicola, è stato confezionato tra il gennaio e il luglio del 2003. Dell'operazione aveva anche parlato l'investigatore privato Emanuele Cipriani, ora imputato al processo milanese con una decina di persone. Cipriani, il 13 ottobre 2006, aveva messo a verbale: "Tavaroli si limitò a dirmi che De Santis era un arbitro che probabilmente prendeva i soldi e che occorreva controllare società sportive in Calabria per verificare un possibile collegamento con De Santis. L'incarico - aveva sottolineato l'investigatore privato - mi venne conferito da Tavaroli in Pirelli ed io fatturai alla Pirelli su richiesta espressa di Tavaroli".

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