Rio2016, cala il sipario sulle Olimpiadi: l'Italia chiude con 28 medaglie
RIO DE JANEIRO Carnevale, sorrisi ma
soprattutto musica e tanta pioggia. La cerimonia di chiusura al
Maracanà di Rio 2016 è stata un tributo al Brasile, alla città Meravilha
che doveva fare impazzire il mondo con la sua Olimpiade, la prima in
Sudamerica. Molti sogni di bellezza, però, sono rimasti nel cassetto,
chiusi a chiave da una crisi politica e soprattutto economica che sette
anni fa quando Rio ha avuto i Giochi non c’era. Ristrettezze e tagli al
bilancio hanno dato meno luce a un’Olimpiade che doveva essere, nei
progetti e nelle attese del comitato olimpico internazionale,
indimenticabile. Caos nei trasporti, piscine verdi, stadi troppo vuoti.
Alla fine ha prevalso lo spirito dei Giochi e il desiderio di
gareggiare.
Rio Obrigado Arigato: Tokyo, la prossima città olimpica nel 2020 aspettando Roma nel 2024, ha ricevuto il testimone dal Brasile. Rio ha salutato,
see you in Tkyo.
Il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, è apparso in un filmato per
lanciare l’Olimpiade giapponese. Si è presentato con il cappello e la
palla rossi nel momento della consegna della bandiera olimpica passata
da Rio a Tokyo.
Il presidente del comitato organizzatore di Rio, Nuzman, ha ringraziato
per lo straordinario lavoro svolto durante i Giochi; Thomas
Bach, il gran capo dello sport mondiale, ha esaltato Rio pur sapendo che
qualcosa non ha funzionato nello spettacolo sportivo più bello ed
affascinante del mondo. «Vi amiamo, brasiliani. Grazie per l’ospitalità:
in questi 17 giorni il Brasile intero ha ispirato il mondo: è un
momento difficile per tutti – ha detto Bach - ma qui c’era una
irresistibile voglia di vita. Le Olimpiadi hanno dimostrato come il
valore della diversità sia un arricchimento per tutti».
Parole di elogio per tutti. «Grazie ai volontari, i vostri sorrisi hanno
riscaldato i nostri cuori – ha aggiunto il numero uno del Cio – E
grazie agli atleti olimpici seduti in platea, siete la forza dello
sport, dimostrando come si possa competere in amicizia, rispetto e
armonia, uniti nella diversità, vivendo in un unico Villaggio olimpico e
mandando al mondo un messaggio di pace». Tra gli atleti c’è anche
Yelena Isinbayeva con la tuta della Russia.
Bach ha ringraziato la delegazione dei rifugiati. «Ci avete ispirato con
il vostro talento, siete stati un esempio di speranza». Il presidente
del Cio, che ha premiato Rio con la Coppa Olimpica, ha espresso il suo
grazie alla città carioca. «Siamo arrivati in Brasile come ospiti,
torniamo a casa come amici. Sarete per sempre nei nostri cuori, sono
stati Giochi meravigliosi nella Città Meravigliosa. Hanno lasciato nuovi
diritti per la generazioni che verranno, la storia di Rio sarà un’altra
dopo i Giochi».
Nel giorno di chiusura, sotto la pioggia, la musica, il
Patria amada Patria,
l’inno brasiliano cantato dai bimbi, i giochi di colori sul prato, i
carri del carnevale, i fuochi d’artificio hanno avvolto il Maracanà
ancora senza Pelé perché O’Rei non sta bene e non s’è visto neppure
stasera. Non c’era Pelé e non c’era neppure il presidente ad interim del
Brasile, Michel Temer, tenuto lontano non dalla pioggia che ha bagnato
l’ultimo giorno delle Olimpiadi ma dal timore dei fischi e della
contestazione.
Meno formalità rispetto alla notte del 5 agosto, la prima delle
Olimpiadi che dovevano essere Meravilha. Stasera ci si lascia andare, è
giorno di festa, ci sono i campioni con le medaglie vinte, ci sono le
bandiere delle 207 squadre che hanno gareggiato, 205 i Paesi più quelle
del team dei rifugiati e degli atleti indipendenti.
Volti sorridenti, felici dell’esperienza vissuta, dei giorni al
Villaggio, delle gare, delle nuove amicizie. Hanno vinto tutti, non
importa il risultato perché l’Olimpiade è questa, complicità e
competizioni, il piacere di stare insieme misurandosi. Il mondo è
globale ma poi quando ci si ritrova c’è qualcosa di speciale; c’è il
contatto, ci sono le parole, c’i sono esperienze uniche.
Hanno sorriso Daniele Lupo, il portabandiera dell’Italia; ha sorriso
Caster Semenya scelta dal Sudafrica. Hanno sorriso tutti, liberi di
scorrazzare sul prato del Maracanà prima dei balletti finali, del
Remember, delle scene di vita quotidiana, del lavoro, dei giochi di
luce.
L'Italia se ne va con un bottino di 28 medaglie, 8 d'oro, 12 d'argento e
8 di bronzo, nona nel medagliere come a Londra e con il rammarico di
aver perso ancora l'oro nella pallavolo. Deve esserci un sortilegio da
quel giorno d'estate del 1992 quando a Barcellona il tie-break nei
quarti contro l'Olanda ci sbarrò la strada. Da allora l'Italvolley, che
era ed è una potenza, ha vinto tutto tranne questo oro.
Ultima premiazione, al Maracanà, per la maratona maschile. Il keniano
Eliud Kipchoge, primo, l’etiope Feyesa Lilesa, secondo, e lo
statunitense Galen Rupp, terzo, hanno ricevuto le medaglie dal
presidente del Cio, Bach, e dal numero uno della Federazione di atletica
mondale, Sebastian Coe. Affiora il ricordo, lontano dodici anni, quando
nello stadio Olimpico di Atene è stato premiato, nell’identico
contesto, Stefano Baldini.
da http://sport.ilmessaggero.it/olimpiadi/rio2016_cerimonia_chiusura_olimpiadi_italia_medaglie-1922368.html